L'arresto di Guido Venegoni, Eliseo
Galliani, Mario Fumagalli (Dai ricordi di Mario
Fumagalli: "I partigiani di Ornago, Agrate, Omate,
Cambiago e Bellusco")
L '11 novembre 1944, in mattinata,
nella trattoria del "Valentino", nei pressi
della stazione tranviaria di Vimercate, fummo arrestati
io, Guido Venegoni ("Rai") ed Eliseo Galliani
("Leo", "Andrea"), classe 1911, di
Biassono. Io ricordo benissimo che quell'appuntamento
fra noi era stato fissato per esaminare la situazione
dell'organizzazione militare della 103a brigata, in
quanto dovevano essere sostituiti i due comandanti. La
mia presenza era giustificata: in quanto dovevo
accompagnare all'appuntamento Guido Venegoni, che era
sfollato, sotto falso nome, a Cavenago di Brianza, in
via Garibaldi.
Mentre Guido Venegoni ed Eliseo
Galliani stavano consultando su un foglio lo schema
della nostra brigata, il padrone del negozio ci avvisò
che stavano avvicinandosi i fascisti. Si fece appena in
tempo a buttare il foglio sul fuoco del camino, che nel
locale entrarono i militi della Guardia Nazionale
Repubblichina di Vimercate, dichiarandoci in arresto. Il
padrone dell'osteria fece anche in tempo ad avvisare del
pericolo due partigiani che stavano per recarsi
all'appuntamento: uno di loro (nome di battaglia
"Rossi"), commissario di tutta la zona e il
partigiano "Gigi" Radaelli di Trezzo d'Adda.
Noi tre fummo portati nella Caserma
di Vimercate, ove iniziarono gli interrogatori di
riconoscimento. In cella, il Galliani mi passò un
caricatore intero che aveva ancora con sé; io lo
infilai in uno dei miei scarponcini e, dopo aver chiesto
di andare ai servizi lo gettai nello scarico. Anche il
Venegoni fece sparire dei bigliettini compromettenti,
sminuzzandoli e masticandoli. Il Venegoni era da pochi
mesi che operava nel Vimercatese (proveniva da un'altra
zona, sotto il falso nome di Aldo Frigerio). In caserma
i fascisti scoprirono che era di Legnano e fratello di
Mauro Venegoni trucidato dai fascisti qualche settimana
prima.
A Vimercate siamo stati prelevati dal
capo della brigata nera "Montagnoli" di
Legnano per essere là fucilati, per rappresaglia, nella
Piazza San Magno. Due o tre giorni prima della cattura,
un commando di partigiani aveva attaccato diversi posti
di blocco a Legnano, a Rho e a Nerviano. A tali azioni
aveva partecipato anche il gappista Alberto Gabellini.
Nella caserma di Legnano abbiamo sentito i fascisti che
dicevano di essere stati informati che tra noi c'era un
"colonnello" dei partigiani. |