 Per
Mauro i lunghi anni del carcere sono molto duri. Le
condizioni della famiglia impediscono qualsiasi viaggio
fino a Civitavecchia, dove si trova, per una visita.
Carlo è in carcere a Portolongone, e i contatti tra i
due fratelli sono spesso impediti dai sequestri delle
lettere da parte delle rispettive direzioni del carcere.
Sono però anche anni di studio fecondo: l'operaio
legnanese, che ha imparato il francese nell'emigrazione
e che ha condotto uno studio disordinato, da
autodidatta, riesce a sfruttare gli anni della forzata
inattività per uno studio intenso della storia,
della filosofia, della letteratura. Dalla biblioteca del
carcere attinge a una serie di grandi classici: Mauro fa
sul serio, e non si accontenta di rapide antologie.
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